L'antefatto della copertura di base delle discipline sportive 
    è nei sistemi di ripresa.Si ricorda a proposito il 
	saggio  SPORT IN DIRETTA nella parte in cui essi vengono definiti come 
	
	sistema sequenziale, 
    sull'asse centrale e ad 
	
	estrapolazione; sulla prevalenza di 
    uno di questi tre sistemi nella copertura televisiva, nonché del limite 
    dei sistemi per quanto attiene le telecamere mobili.
   
  
  Il 
    sistema di ripresa sull’asse centrale interessa molte discipline di 
    campo, basate sul totale-campo stretto, gioco collettivo e gioco individuale, 
    azione e protagonista, con alcune possibili varianti.
	Il 
    dispositivo di ripresa minimo, che definiamo di base, può essere arricchito 
    in più modi: con un maggior numero di camere, che consenta la contestualizzazione 
    della partita con le reazioni del pubblico, delle panchine, degli avversari, 
    degli arbitri; con la specifica di alcuni gesti tecnici; con il replay da 
    camere non viste in diretta, l’analisi dell’azione con il contributo grafico 
    ecc.
	Inoltre,
l’utilizzazione di supporti  in grado di
fornire movimenti di camera, come carrelli, dolly, crane, binari, monorotaie,
camere subacquee, può essere funzionale alla chiarezza dell’azione o del gesto
atletico, oltre che di effetto estetico.
	Con
l’impianto base, la sequenza di ripresa può essere ricondotta ad un algoritmo
elementare e ripetitivo, efficace sul piano della cronaca, ma certamente
standardizzato. Un impianto più ricco offrirebbe una scrittura meno ripetitiva
(o una scrittura che ripete più algoritmi: le varianti non sono mai infinite).
Vediamo
dunque la copertura base di alcune discipline di squadra, rimandando la più
complessa (e soggettiva) problematica di regia a capitoli specifici.
 
  CALCIO
  La 
    copertura base del CALCIO ben esemplifica il sistema di ripresa sull'asse centrale (totale - 
    campo stretto) e le sue espansioni (personality innanzitutto).
	Due 
    camere appaiate in tribuna bastano a rappresentare la partita nel gioco di 
    squadra e in quello individuale (tackle, dribbling e passaggio corto). La 
    terza camera (personality) va dedicata ad uno dei tre protagonisti dell'azione 
    (i due contendenti e l'arbitro), quando l'azione è ferma.
	Può 
    essere aiutata dal campo stretto, allo stesso modo che la personality può 
    offrire il dettaglio dell'azione dal basso. E qui mi fermo.
	Tre 
    telecamere - di cui due in lungofocale - se ben coordinate tra loro, sono 
    in grado di realizzare una partita, nel gioco collettivo, nel gioco individuale 
    e nell'espressione dei giocatori, nella denotazione e nella connotazione, 
    nell'informazione e nell'emozione.
	Tutto 
    il resto è in più, informazione ed emozione aggiuntiva, a coprire 
    non più del 20% del tutto.
	La 
    4a camera può essere la seconda personality, la 5a una radiocamera 
    per le panchine, la 6a e la 7a due retroporta basse, l'8a e la 9a due 16 metri, 
    la 10a e l'11a due curve, la 12a e 13a due opposite, la 14a e la 15a due nove 
    metri, la 16a e 17a due steady ai corner, la 18a e 19a due beauty all'interno 
    e all'esterno dello stadio, la 20a e 21a per pubblico e telecronisti, la 22a 
    e 23a per spogliatoi e sottopassaggi, la 24a e 25a per gli studi pre e post-partita, 
    la 26a e 27a dedicate ai due giocatori di punta e poi le telecamere per le 
    televisioni ospiti e poi e poi e poi...
	
 
  CALCIO A CINQUE
  Una 
    disciplina minore e molto esercitata, il CALCIO A CINQUE o calcetto, 
    è gioco veloce e, come la pallamano, si svolge nei palazzetti dello 
    sport o all'aperto, su spazi ridotti.
	La 
    classica impostazione di ripresa sull'asse centrale, realizza il totale del 
    gioco e il primo piano del protagonista. La seconda camera consente anche 
    il replay dell'azione in campo stretto.
	Una 
    terza camera potrebbe collocarsi sull'asse longitudinale del campo e offrire 
    il terzo replay. La quarta potrebbe allora occuparsi delle panchine, dei cambi, 
    dei time out e del colore.
	La 
    terza e la quarta possono anche essere posizionate sul terreno di gioco, sui 
    quarti del campo o a lato delle porte. In questa posizione possono coprire 
    altri spazi di manovra e di tiro e costituire i terzi replay.
	La 
    costruzione di questi spazi - se le camere tre e quattro sono ben impostate 
    - è molto interessante: si possono offrire scorci longitudinali sulle 
    porte opposte o corner e rimesse laterali a favore.
	Le 
    stesse camere documentano al meglio i time out e le disposizioni degli allenatori 
    delle due squadre.
 
  BASKET
  Il 
    BASKET reclama totale e campo stretto da camere centrali in 
    tribuna, per gioco e protagonisti. La 
    terza camera (qualche volta in controcampo) è destinata ai cambi dei giocatori, 
    le reazioni degli allenatori, delle panchine e del pubblico.
	Il 
    sistema elementare si arricchisce solitamente con due hand camera sotto i 
    canestri, sull’asse longitudinale del campo, con cui si raddoppiano i replay 
    di falli e canestri, oltre che offrire l’inquadratura del giocatore ai tiri 
    liberi.
	Con 
    questa impostazione, la sequenza di ripresa prevede: totale dell’azione, campo 
    stretto del marcatore o di ha fatto il fallo, replay del punto o del fallo 
    da camera in campo stretto o camera sotto canestro, prima dell’azione successiva.
	Il 
    basket consente una ricca esposizione informatica: titolazioni, punteggi, 
    statistiche e tempi.
  Con 
    la dotazione minima di un replay e tre telecamere (di cui una sola con lungofocale) 
    sarebbe possibile e utile collocarle in modo diverso?
  Con 
    il posizionamento "classico" (totale e campo stretto in tribuna 
    sull'asse centrale e terza telecamera a copertura di panchine e cambi) abbiamo 
    ottenuto:
  
	- il totale centrale dell'azione di gioco;
  
	- il campo stretto (non ottimale, perchè sullo stesso asse) dell'azione 
    di gioco per il replay e il primo piano del protagonista;
  
	- le panchine con cambi e allenatori, nonchè il pubblico.
 
	
  Vediamo 
    ora che cosa otterremmo posizionando tre telecamere in due modi diversi.
  Per 
    esempio, con una telecamera centrale alta e due telecamere sul parterre, ai 
    due angoli o dietro ai canestri, otterremmo:
  
	- l'azione di gioco in totale
  
	- l'azione di gioco in campo stretto (alternata sulle due camere basse): queste 
    due telecamere offrono un replay ottimale, perchè da un punto di vista 
    diverso e frontale ai giocatori;
  
	- sarebbe possibile avere il protagonista dalla telecamera sotto il canestro 
    opposto a quello in cui si è svolta l'azione? Si... però! Lo 
    vedremmo male con l'ottica corta di una camera a spalla, perchè non 
    sarebbe stabile sul campo lungo. Lo vedremmo bene con un'ottica lunga di una 
    camera su treppiede, la quale però lavorerebbe con molta difficoltà 
    sull'azione sotto canestro e sarebbe impossibilitata a panoramicare verso 
    l'alto.
 
	
  Ovviamente 
    poi, con questa impostazione, non avremmo una telecamera dedicata alle panchine.
  Facciamo 
    allora l'esempio di due camere alte a 1/3 e 2/3 della tribuna e una camera 
    bassa, con ottica lunga, al centro del campo sul parterre, avendo come condizione 
    che le panchine siano di fronte. In questo caso avremmo:
  
	- lo sviluppo ottimale dell'azione di gioco, con la migliore visione possibile 
    della spinta della squadra che attacca e della disposizione di quella che 
    si difende;
  
	- il replay non ottimale del canestro o del fallo ottenuto:
 
		- dalla seconda camera alta in tribuna, forzata a lavorare in campo stretto
  
		- dalla camera con ottica lunga collocata sul parterre; 
		questa camera però sarebbe costretta ad alternare azione di gioco e 
		primo piano del protagonista (cosa normale) con i campi e le reazioni 
		delle panchine. 
 
	
	 
	
  Questo 
    secondo esempio ovviamente non sarebbe proponibile se le panchine fossero 
    sullo stesso fronte delle telecamere, perchè alla camera a terra sarebbe 
    impedita la visione dei cambi.
   
  Per 
    concludere: nell'uno e ancor più nell'altro caso, si tratta di un posizionamento 
    di telecamere che offre certamente punti di vista interessanti ma che comporta 
    anche pesanti compromessi. Si può dunque, con questa dotazione minima, 
    modificare l'impostazione usuale?  
  Teoricamente 
    si, in un rapporto costo/beneficio che lascio alla sensibilità di ciascuno.
	
 
  PALLAVOLO
La
PALLAVOLO prevede sostanzialmente lo stesso dispositivo di ripresa, con
totale e campo stretto dall’alto per azione e protagonista. Piuttosto che due
camere affiancate si preferisce, per questa disciplina, posizionare la camera
in campo stretto sotto la principale, poco più in alto della rete, per
rivedere meglio in replay la schiacciata e il muro, oltre che l’arbitro.
Altre
due camere, sul terreno dei gioco, a destra e a sinistra, sono dedicate alle
battute nei rispettivi fronti. Un diverso uso di queste due camere ne colloca
la prima alta sull’asse longitudinale del campo, a servire (malamente) entrambi
i fronti e la seconda al centro sul terreno di gioco, a vedere i due battitori.
Una quinta camera potrebbe essere utilmente collocata alta sulla curva
scoperta, ma con cinque camere si danno già altre combinazioni.
La
sequenza base di ripresa e’ la seguente: campo stretto del battitore, seguito
dal totale di gioco fino al punto; quindi, la seconda camera – che ha seguito
il gioco in campo stretto per il replay del muro – offre il primo piano di chi
ha fatto il punto o di  chi lo ha
subito, mentre la camera bassa si prepara sulla battuta. Il replay del punto
può essere fornito anche dalla camera bassa a favore.
Il
regista mette a punto questo orologio, cercando di offrire il replay del punto
(da camera stretta, da camera bassa o in curva) prima della successiva battuta.
A
questa sequenza, con questo impianto sono concesse poche varianti: lo stacco
sulle indicazioni dello schema di gioco, inquadrando le mani dietro la schiena
dei giocatori, le reazioni di pubblico o panchine, il cambio dei giocatori e
poco altro.
 
PALLAMANO
La
PALLAMANO è gioco veloce che s’imposta secondo lo schema elementare del
totale-campo stretto sull’asse centrale del campo. Come per la pallavolo e la
pallanuoto, la terza e quarta camera possono essere utilizzate sull’asse
longitudinale (alte o basse, se possibile) ovvero sul terreno di gioco
all’altezza delle due metà campo. Allo stesso modo, la quinta camera può
occuparsi dei cambi, delle panchine, degli allenatori, del pubblico, secondo le
esigenze.
La
sequenza di ripresa è quella base del calcio: totale per l’azione e campo
stretto del protagonista o – utilizzando una delle due camere basse – degli
antagonisti e degli arbitri.
Contrariamente
a quanto e’ permesso nel calcio (per tackle, dribbling e passaggio corto), la
pallavolo non consente quasi mai di 
staccare in campo stretto il giocatore che porta palla.
 
PALLANUOTO
Quando
i fastidiosissimi riflessi sull’acqua permettessero di seguire la palla in
gioco, riconoscendo anche le calottine dei giocatori, la PALLANUOTO
potrebbe offrire una possibilità in più al telespettatore: la visione
subacquea del fallo e dello sforzo dell’atleta. Per la verità, anche questa è
una possibilità remota (o casuale) per la mancanza (anno 2001) di una
telecamera half-half : capace   cioè di
fare  una ripresa subacquea di quanto il
cameraman vede sopra il pelo dell’acqua. In sostanza, un obiettivo e un viewfinder
separati e solidali uno all’altro, finalizzati rispettivamente alla ripresa
subacquea di quanto si vede in superficie.
Il
problema infatti - data una sequenza di ripresa delle più ovvie (azione e
protagonisti della stessa, con tempi calcistici) - e’ quello di identificare il
replay dell’azione subacquea, riconoscendolo come pertinente a quanto e’
successo in superficie.
E’
quanto potrebbe offrire in più una disciplina che, altrimenti,  è nella norma assoluta: camere principali
sull’asse centrale, seconde camere a bordo vasca o sull’asse longitudinale
della piscina, alte o basse, con sequenze identiche a quelle degli altri sport
di squadra.
Ma il problema è quello della visibilità,
al punto che, in certe condizioni, sarebbe preferibile impostare la ripresa
sull’asse longitudinale della vasca, con camere alte raccordate da un campo
stretto centrale.
(La 
    rottura della convenzione linguistica potrebbe interessare anche altre discipline!
 
  Post 
    scriptum 12 nov. 2001 - Napoli - Piscina Scandone
  Italia-Resto 
    del Mondo è una partita-festa della pallanuoto, non inserita in Campionato. 
    Mi è sembrata l'occasione giusta per chiedere di sperimentare una ripresa 
    della partita che utilizzasse le camere alte dietro le porte come camere principali, 
    evitando così i fastidiosi riflessi dell'acqua. Ho usato la terza camera, 
    alta in tribuna centrale e con ottica lunga, come camera di passaggio tra 
    le due principali. (La quarta camera che mi era concessa, è stata impegnata 
    a bordo vasca, per le panchine e gli ospiti in postazione cronaca).
  E' 
    stata l'occasione, ovviamente, di proporre l'asse longitudinale della piscina 
    come preferenziale per la visione della partita, violando la convenzione che 
    vuole la camera in tribuna come fondamentale di tutti i sistemi di ripresa 
    sull'asse centrale.
	Ci 
    sono tutte le premesse perchè questa convenzione possa essere modificata, 
    offrendo al telespettatore 
    la continuità e la certezza di una (anche se diversa) visione dello 
    spazio. Per fare questo, alla fine della partita ho considerato che:
	
		- si deve considerare principale la camera che vede i giocatori in attacco;
  
		- si deve partire, dopo lo stacco sulla camera di raccordo, con un totale che 
    faccia vedere i bordi della vasca (cosa che, peraltro, favorisce la visione 
    della disposizione delle squadre in acqua);
  
		- bisogna migliorare lo stacco di raccordo tra le due camere principali; io 
    ho realizzato questo stacco di raccordo con una telecamera alta in tribuna, 
    che è ortogonale alle principali: due telecamere collocate quasi agli 
    angoli della vasca, coniugherebbero meglio il passaggio tra il campo stretto 
    del protagonista e il totale dell'azione successiva.
 
	
  Per 
    il resto, la continuazione dell'esperimento è affidata alle concrete 
    situazioni degli impianti sportivi: non tutti soffrono dei riflessi della 
    Scandone, né tutti offrono la possibilità di collocare le telecamere 
    sull'asse longitudinale. Di più: saranno disposti gli aventi diritto 
    a collocare la cartellonistica dietro le porte invece che a bordo vasca?
	
 
  Pallanuoto 
    - Punto di ricerca
  Ho 
    parlato in questi giorni (nov. 2001), con un dirigente-tecnico della RAI e 
    con il responsabile di una Società che produce tecnologie televisive, 
    di una telecamera speciale che potrebbe aiutare le riprese della pallanuoto.
	Come 
    e forse più del nuoto sincronizzato, le riprese della pallanuoto non 
    riescono a far vedere cosa succede sotto il pelo dell'acqua: i falli, innanzitutto. 
    Le rare riprese subacquee che conosciamo soffrono infatti di una duplice insufficienza.
	L'operatore 
    (che spesso lavora in immersione) non riesce quasi mai a seguire il gioco 
    che si svolge in superficie e a garantire riprese sincrone tra quanto avviene 
    sopra e quanto avviene sotto l'acqua.
	Il 
    replaysta, a sua volta, non ha nessuna certezza che le immagini subacquee 
    si riferiscano all'azione di gioco che ha prodotto il fallo.
	Per 
    ovviare a questa incongruenza, dovremmo costruire una telecamera subacquea, 
    manovrata in superficie, con un doppio view-finder: quello della camera subacquea 
    e quello di una camerina che segua l'azione sopra il pelo dell'acqua. Se le 
    due telecamere sono solidali tra loro, quanto avviene sotto è esattamente 
    riferito a quanto avviene sopra.
	Una 
    ulteriore elaborazione del sistema potrebbe portare al replay di una picture 
    in picture.
	
 
TENNIS
Se
non fosse per la caratteristica di essere ripreso sull’asse longitudinale, la
copertura del TENNIS non differirebbe in nulla da quella delle altre discipline
di campo. Il totale dall’alto tiene in campo entrambi i giocatori, il campo
stretto della telecamera accanto segue il gioco dall’uno all’altro (ed e’ usata
solo in replay per specificare il colpo e la posizione della pallina rispetto alla
riga), le due telecamere sul terreno di gioco (di solito sullo stesso lato e a
favore delle panchine) possono considerarsi delle personality: descrivono le
espressioni dei due contendenti, oltre a specificare – in replay – il colpo (di
dritto, di rovescio, il pallonetto, il passante, la schiacciata, la volee ecc.)
Le
sequenze che ne derivano sono elementari e obbligate: campo stretto del
giocatore al servizio da camera sul terreno di gioco, eventualmente alternato
con quello dell’avversario; totale di gioco fino all’interruzione; di nuovo
primo piano dell’ uno o dell’altro o del pubblico o degli allenatori; eventuali
replay da camere alte e da camere basse, fino alla ripresa del gioco.
Ulteriori 
    telecamere, specialmente basse, consentirebbero di specificare meglio la tecnica 
    del colpo e la caduta della pallina o il fallo (sostituendosi al giudice di 
    linea o di fallo o di rete), allo stesso modo che le inquadrature di una camera 
    alta sul campo di gioco potrebbero essere utili per specifiche grafiche.
 
  BADMINTON
  Perché 
    il BADMINTON, disciplina olimpica da noi pressoché sconosciuta? 
    Perché, almeno una volta, nell'arco della propria vita professionale, 
    può capitare di realizzare una partita di Badminton. Perché 
    la ridotta dimensione del campo (14 x 6.5 m.), le caratteristiche del volano 
    (una pallina di sughero con un cono di 16 piume d'oca, del peso di 5.5 grammi, 
    che viaggia a velocità media di 120-140 Kmh ma può arrivare 
    a 300), la tipologia della racchetta (66-68 cm per 85-130 grammi), fanno si 
    assomigliare il Badminton al tennis, ma tutte queste caratteristiche ne fanno 
    anche la differenza. La disciplina serve allora a capire come la copertura 
    base va studiata su parametri, quali la dimensione del campo e la velocità 
    dell'azione, che ne condizionano la copertura. Quindi:
  
	- basta una camera alta, sull'asse longitudinale, a coprire il gioco;
  
	- diversamente dal tennis, non mi sembra utile la seconda camera centrale a 
    fare il campo stretto per il replay del gioco;
  
	- i protagonisti e l'arbitro possono essere inquadrati, a gioco fermo, da una 
    camera a terra, sulla mezzeria del campo,
  
	- l'altezza della rete e la tipologia dei colpi (clear, smash, drive, drop) 
    consentono di sfruttare il replay di una camera in diagonale sul terreno di 
    gioco (come nella pallavolo) sul lato opposto della principale.
 
	
  Ovviamente 
    si preferisce posizionare queste due camere basse sullo stesso fronte.
	La 
    velocità di gioco impedisce di staccare le camere durante l'azione 
    ma, a gioco fermo, data l'esiguità dello spazio, si può liberamente 
    staccare sulle tre camere senza paura di confondere il telespettatore. Allo 
    stesso modo si possono proporre i replay dalle due camere principali e - avendo 
    un hard disk - dettagliare l'intera gamma dei colpi dalla camera bassa centrale.
	Dimensioni 
    ridotte del campo e del volano, nonché velocità dell'azione, 
    reclamano un'alta definizione dell'immagine. A mio parere, una svolta nella 
    realizzazione televisiva della disciplina potrebbe essere costituita da una 
    corretta illuminazione del terreno di gioco con luci dedicate. Invece, purtroppo, 
    si usano normalmente quelle standard dei palazzetti.
	
 SPORT DI COMBATTIMENTO
		In linea generale, gli 
sport di combattimento 
	(pugilato, take woondoo, lotta, judo, scherma….) si svolgono sul ring o il 
	tatami o la pedana e vengono ripresi con una main camera (spesso alta sul 
	piano dell’azione)  e almeno un 
	paio di altre camere di solito a terra sulle diagonali Condizione 
	fondamentale per ciascuna
  
	disciplina è che tutte le camere lavorino in totale, includendo entrambi i 
	contendenti (camere supplementari possono lavorare in dettaglio e forniscono 
	ottimi replay).
  Un’altra 
	condizione comune è che lo spazio dell’azione vada attentamente illuminato e 
	isolato con
  le luci rispetto al 
	contesto. Le luci di palazzetto sono da escludere così come
 
	la luce naturale. Anzi, con gare diurne, le finestre vanno oscurate. 
	Ogni disciplina avrà le sue proprie caratteristiche di illuminazione. 
	Particolare attenzione si dedicherà, per esempio,
 
	al fondale della scherma e all’illuminazione delle lame. Allo stesso 
	modo il ring va ben illuminato con luci che non diano fastidio ai pugili e 
	tenendo sottotono il pubblico.
	A fronte di una ripresa live sostanzialmente semplice, la regia replay è un 
	effettivo banco di prova. La giusta sequenza dei replay qualifica la 
	ripresa. Se
  non si è 
	sufficientemente esperti della disciplina, è fondamentale avere un 
	consulente (basta un ex atleta o un appassionato) da mettere accanto al 
	replaysta o, almeno, utilizzare la cronaca come linea guida.
	Ogni disciplina ha regole e modalità
 
	di ripresa proprie, come risulterà
 
	dalle poche note che dedichiamo ad ognuna di esse.
	
LOTTA  
  Mantenendo 
    costante il fronte di ripresa, la copertura minima per un incontro di LOTTA 
     è il totale ad altezza uomo. La camera in campo 
    stretto è destinata ai replay e, quando fosse posizionata bassa, consente 
    di far vedere meglio la schienata in diretta. Allo stesso modo, una camera 
    alta su un crane e’ utile in caso di un mezzo nelson o un nelson pieno, oltre 
    che per la presa iniziale. Variazioni di posizione camera sui 180 gradi sono 
    consentite come per il pugilato (se non altro per evitare l’impallamento dell’arbitro). 
    Le  stesse camere possono costituire 
    dei replay da punti di vista diversi, oltre a dar conto in diretta delle decisioni 
    dell’arbitro o del direttore di lotta.
	Le 
    sequenze di ripresa devono distinguere nettamente il momento del combattimento 
    da quello dell’intervallo. Durante i tre minuti sono possibili pochissimi 
    stacchi: quelli di necessità, per l’impallamento dell’arbitro, o quelli 
    di circostanza, per schienata, nelson ecc.
	
 
SCHERMA
  L’inquadratura 
    fondamentale per la SCHERMA è 
    quella frontale con la telecamera ortogonale 
    alla pedana; la migliore sarebbe quella di una camera che – ad altezza 
    delle lame – potesse muoversi in carrello con gli schermitori. Nell’uno e 
    nell’altro caso, sarebbe importante che l’arbitro si collocasse al di là 
    della pedana. Le due camere laterali, a favore dell’uno e dell’altro atleta, 
    descrivono meglio la stoccata dell’una o dell’altra parte e sono utilizzate 
    in replay o in diretta prima dell’attacco.
	La 
    difficoltà di visualizzare il movimento delle lame è il maggior ostacolo 
    al godimento televisivo di questa disciplina. La grande varietà dei colpi 
    e dei gesti (ne cito alcuni per curiosità e in ordine alfabetico: affondo, 
    assaggio, attacco semplice e sul ferro,  battuta,  botta dritta, circolata, cavazione, colpo doppio, 
    contrattacco, controdisingaggio, controreplica, controtempo, croisée, 
    coclée, doublée ecc. ecc.) ha un risultato modesto nella qualità 
    delle riprese televisive. E’ indispensabile un fondale bleu scuro o nero, 
    una illuminazione che esalti le lame staccandole dal fondo senza disturbare 
    i contendenti, una definizione dell’immagine in diretta e in repaly che solo 
    la tecnologia avanzata riesce a garantire. Ciò nonostante è 
    il sistema informatico (e la decisione dell'arbitro) che darà la certezza 
    del punto visualizzandolo con il rosso e il verde sul teleschermo.
	
 
	PUGILATO
	Le
	possibilità di ripresa intorno ad un ring si giocano su tre parametri:
	
		- il totale e il campo stretto: 
		è l’impostazione classica sull’alternanza tra totale dei due pugili con
gioco di gambe e campo stretto a filo schiene;
  
		- la telecamera fuori dal ring e la hand camera che scavalca le corde;
  
		- la camera alta ( fino alla posizione azimutale) e quella bassa sotto
ring.
 
	
Il
fronte di ripresa può articolarsi dai meno 180 ai più 180 gradi (e non
sono impossibili riprese sui 360 gradi). La presenza di telecamere alte e basse
sul ring e la possibilità di usare dei crane consente un fronte di ripresa
volumetrico.
La
ripresa corretta vede i pugili uno a destra e uno a sinistra nell’inquadratura.
Questa ripresa offre la migliore informazione dei colpi.
La hand camera, in asse con i pugili, a favore di uno dei due, è più emozionante, 
così come quella dal basso (cfr.
Denotazione/connotazione).
La telecamera alta, quasi a piombo sugli
atleti, chiarisce sempre l’azione. 
Le
riprese sonore distinguono l’ambiente dal ring e, dentro al ring, vanno
distinti gli effetti dei colpi (microfono omnidirezionale che scende dall’alto
o quattro direzionali agli angoli) dagli ordini dell’arbitro (radiomicrofono)
al colloquio tra pugile e trainer tra un round e l’altro (microfonista con
asta).
L’illuminazione
del ring e dell’ambiente deve rispondere innanzitutto alle esigenze della
disciplina: è ovviamente vietato l’abbagliamento degli atleti con la luce
frontale (che è quella corretta, dal punto di vista della ripresa) ma bisogna
anche evitare la luce dall’alto e in particolar modo quella azimutale,
tramandata dalla tradizione cinematografica. Questo tipo di luce produce ombre
sul viso e impedisce di valutare le espressioni del pugile, oltre all’eventuale
ferita.
La
posizione dei corpi illuminanti va quindi mediata tra i due angoli e la luce va
data sui 360 gradi. Ogni direttore delle luci ha poi un proprio sistema di
ripartizione del carico e di puntamento dei corpi illuminanti.
Personalmente, richiedo tre piazzati: uno per
il ring, uno per il bordo ring e il terzo per le varie esigenze (spogliatoio,
percorso dei pugili, postazione cronaca per le interviste, effetti luminosi
sull’ambiente ecc.).
Mi
preme molto un risultato: ring perfettamente illuminato e prime file del
pubblico  gradatamente sottotono, a
sentire le reazioni senza distrarre l’attenzione dal ring.
I problemi della ripresa del pugilato ruotano intorno a questioni che
sembrerebbero non primarie nell’avvenimento di attualità.
Il quadrato è un palcoscenico, uno spazio  sempre uguale a se stesso, con due protagonisti
e un arbitro, due angoli e il pubblico.
La
ripresa classica (e tradizionale) richiede due camere  in asse, per il totale e il campo stretto, cogliendo, con l’unica
vera articolazione di linguaggio, due modalità  di svolgimento dell’azione: il totale per il movimento sul ring e
il campo stretto  (a filo schiene) per
lo scontro ravvicinato. Il primo piano durante il match e’ considerato un
errore ed e’ sicuramente uno stacco pericoloso.
Convenzione
vuole che i pugili vengano  ripresi uno
a destra e uno a sinistra dell’inquadratura, per dare la migliore informazione
della scherma e dello scambio dei colpi.
Ma
i pugili ruotano sul ring, più o meno velocemente e in senso orario e
antiorario.
Il
che porta il sistema di ripresa sull’asse centrale a diventare sequenziale, a
destra e a sinistra, coprendo i 90 e i 180 gradi del ring. Si può immaginare
una copertura anche sui 360 gradi: i pugili sono al centro del ring e –
teoricamente - non reclamano un fronte di ripresa costante. (Altro e’ rendere
riconoscibili i due angoli  da camere
fisse).
Allo
stesso modo è possibile e corretta la camera alta, fino all’azimutale, e
quella bassa a bordo ring. Il regista ha sempre cura di alzare o abbassare la
camera principale per sovrapporre qualche corda, ma troverà le migliori
inquadrature dalle camere a spalla a bordo ring  o da camere alte, comunque in grado di scavalcare le corde. Lo
spettatore avrà la sensazione di “entrare” sul ring.
Il
sistema di ripresa  è diventato
sequenziale e si misura con uno spazio volumetrico piuttosto che sul solo
fronte orizzontale. La stessa convenzione che vuole i pugili a destra e
sinistra del quadro per chiarezza di informazione, consente di riprenderli
d’infilata, a favore o in soggettiva dell’uno o dell’altro, consentendo
immagini fortemente connotate, specie se libere dal disturbo delle corde.
Il
problema che io ritengo più importante è quello della luce. La  tradizione cinematografica riporta lo
stereotipo della luce che scende dall’alto, che e’ – in effetti – quanto di
peggio esiste in fatto di corretta illuminazione. D’altronde, non e’ possibile
illuminare frontalmente, per non abbagliare i pugili. Va quindi cercato un compromesso, collocando i
corpi illuminanti in posizione intermedia tra le due estreme. Un risultato di
compromesso che va inoltre valutato nel rapporto tra la perfetta illuminazione
del quadrato e la luce gradualmente sottotono delle file del pubblico.
 
 
HOCHEY 
GHIACCIO, HOCHEY PISTA
Con terreni di gioco, attrezzature e regole leggermente diverse, l’hockey 
ghiaccio e l’hockey pista presentano le stesse modalità di ripresa. Un problema 
generale che si pone alla regia è quello della copertura di spazi ridotti con 
azioni più veloci rispetto, per es., a quelle del calcio. E’ lo stesso problema 
che si pone, per es., per il Badminton o il Tennis Tavolo rispetto al Tennis. In 
sintesi: la copertura di discipline come quelle su cui stiamo ragionando e la 
regia, intesa come utilizzo delle telecamere e costruzione del linguaggio, 
rispondono al rapporto tra dimensione dello spazio e velocità dell’azione. Il 
regista dello sport risolve il problema per intuizione. Gli basterà guardare 
partita e fare la sintesi di spazi e tempi televisivi.
Entrambi i terreni di gioco, pista o ghiaccio, pur di diverse dimensioni, sono 
delimitati da una balaustra in plexiglas, rafforzata dietro le porte da una rete 
di protezione. La balaustra impedisce di vedere il disco o la pallina che 
rimbalzano sulla parete e l’azione che vi si svolge a ridosso. Per questa 
ragione, oltre alle due camere in totale e campo stretto in postazione centrale 
alta, altre due camere possono essere posizionate sul lato corto del campo, 
all’altezza della curva della linea laterale, in modo di avere completamente 
visibile lo spazio a ridosso della balaustra. Qualcuno preferisce posizionare 
queste due camere sulla mezzeria delle due metà campo, perdendo qualcosa in 
visibilità del terreno di gioco. In questo caso, la sensibilità della hand 
camera e la sua velocità di manovra sono indispensabili per seguire l’azione con 
successo. Due microcamere dietro le porte completeranno la copertura minima. La 
prima implementazione della copertura di base dovrà tener conto delle panchine, 
delle sostituzioni e delle decisioni arbitrali. In regia, saranno rari gli 
stacchi tra totale e campo stretto durante l’azione di gioco, a causa della 
velocità e l’imprevedibilità del passaggio; spesso gli stacchi si ridurranno a 
quelli funzionali alla visualizzazione sotto la balaustra. Nell’hockey ghiaccio 
sarà invece più semplice usare il campo stretto sui protagonisti di gioco ad 
azione ferma.
Tenuto in debito conto la velocità dell’azione e della ripresa del gioco, i 
replay rispondono agli stessi criteri di tutti i giochi di squadra e di 
palazzetto salvo che, in questo caso, i replaysti sono chiamati alla conoscenza 
delle regole e alla sensibilità sull’azione. Non è fuori luogo ricordare qui che 
le riprese di discipline come queste vanno affidate a squadre specializzate. 
	 
  
  NUOTO
  La ripresa del NUOTO é 
    di tipo sequenziale anche con camera a bordo vasca su binario.
	La copertura minima prevede tre telecamere: 
    alla presentazione sui blocchi segue la partenza, la camera su binario, la 
    virata con la terza camera, di nuovo la camera su binario e l'arrivo sulla 
    prima camera. Una quarta camera, ortogonale alle altre, oltre alle presentazioni 
    può offrire il replay di dettaglio delle migliori performances. Una 
    quinta (meglio se radiocamera), può accompagnare gli atleti in ingresso 
    ed uscita piscina; si possono poi prevedere camere subacquee (fisse per partenze e virate) o su binario, 
    così come camere azimutali e beauty shot. Prima di queste occorre garantirsi 
    di coprire correttamente presentazioni e partenza dei 50 m.!
	Le recenti tecnologie delle immagini virtuali 
    consentono, tra l'altro, di disegnare in vasca la linea di allineamento degli 
    atleti.
	
 
  SCI ALPINO
  Nello slalom e nella discesa dello SCI 
    ALPINO si tratta di seguire l'atleta dal cancelletto di partenza all'arrivo, 
    con inquadrature molto diverse tra una specialità e l'altra.
	Allo slalom sarebbe sufficiente 
    un'unica inquadratura frontale che mostri correttamente come l'atleta affronta 
    i paletti. Ovviamente con questa inquadratura non si ha alcuna percezione 
    della pendenza della pista. D'altra parte, se l'atleta venisse seguito da 
    camere laterali, non si avrebbe la perfetta visione di come affronta i paletti: 
    si tratta quindi di mediare tra le due esigenze e questo fa il numero delle 
    telecamere di base, a cui si aggiungono quelle di presentazione e di post-arrivo 
    e le eventuali "dedicate" per apprezzare la tecnica di sciata.
  Altre possibilità sono offerte alla 
    discesa, che si svolge su un percorso molto più lungo. La copertura, 
    in rapporto alle caratteristiche della pista e alla possibilità di 
    posizionare le telecamere, può alternare inquadrature frontali e laterali, 
    accentuando rispettivamente traiettorie e velocità e pendenza della 
    pista. Particolare attenzione sarà posta ai salti, alle curve strette, 
    alle massime pendenze e ai "muri".
	La ripresa mette in fila le camere, dalla 
    presentazione fino al post-arrivo. Curiosissimi artifici di registrazione 
    emessa in onda sono possibili in queste gare dove, di solito, il tempo di 
    percorrenza della pista è superiore all'intervallo di partenza tra 
    i concorrenti (cfr. discesa in Val Gardena).
	
 
  FORMULA UNO
  In FORMULA UNO le camere in sequenza 
    debbono coprire la pista e i fuori pista, dalla partenza all'arrivo. La posizione 
    delle camere si gioca nell'interpretazione strettamente tecnica dei rettifili 
    (traiettorie, staccate, punti di sorpasso) e delle curve e le chicane. La 
	pista è pressoché inequivocabilmente nota agli esperti delle piste 
    e offre pochissime variazioni alla tecnica di guida.
	Una seconda possibilità al posizionamento 
    delle telecamere è offerta dalla loro posizione in altezza.
	Vale il concetto di denotazione e connotazione 
    (cfr): la camera alta e in totale offre informazioni, quella bassa e in campo 
    stretto offre emozioni. Queste danno dettagli ed effetti spettacolari, ma 
    non spiegano sorpassi, uscite di strada e incidenti.
	
 
  CICLISMO SU STRADA
  La copertura con mezzi mobili del CICLISMO 
    SU STRADA sembra una perfetta sintesi dei sistemi di ripresa. Essa fa 
    capo prevalentemente al sistema sequenziale, per quanto attiene alla possibilità 
    di seguire gli atleti (ciclista o gruppo) con la camera in movimento. Si riconduce 
    al sistema sull'asse centrale nel rapporto tra totale del gruppo dall'elicottero 
    e campo stretto del ciclista dalla moto. Si riporta al sistema ad estrapolazione 
    nel passaggio tra fuggitivi, inseguitori e gruppo in ritardo.
	All'arrivo ci si riporta alle camere in 
    sequenza, dedicando il sistema totale-campo stretto a gruppo e vincitore della 
    volata.
	
 
  IPPICA
  Le gare negli ippodromi - trotto e galoppo - sono fortemente condizionate 
    dalla distanza tra la (o le) camere posizionate in tribuna, in asse con la 
    linea di arrivo, e il percorso. La soluzione normalmente adottata per seguire 
    la corsa è quella di utilizzare una radiocamera da un'auto scoperta, 
    che segue la macchina della giuria percorrendo l'anello interno della pista.
	Questa telecamera, oltre a documentare 
    la corsa, essendo abbastanza vicina, consente di "sentire" i cavalli, 
    cosa che non è possibile con l'ottica lunga della telecamera in tribuna. 
    Inoltre, è utile per la presentazione dei cavalli e per la partenza, 
    dalle gabbie o dietro lo starter. In corsa soffre del limite di poter essere 
    utilizzata solo sul rettifilo opposto e per metà delle curve; davanti 
    alle tribune è in controcampo ed è utile solo per il replay.
	Quando si avesse la disponibilità 
    di altre camere, si potrebbero utilmente posizionare in pista, soprattutto 
    per coprire le curve, dove spesso si risolvono le corse. Ogni camera in pista 
    offre la migliore informazione quanto più utilizzata ortogonalmente 
    alla corsa; offre le più grandi emozioni se utilizzata in lungofocale 
    e frontalmente: in questo caso, zoccoli, zampe, musi e criniere fanno grande 
    spettacolo (e la gioia degli appassionati). Al punto che, con sole tre camere, 
    qualche regista preferisce metterne una sola alta in tribuna e utilizzare 
    la seconda da posizione frontale all'arrivo, per un terzo replay spettacolare.
	
 
	SALTO DAL TRAMPOLINO
	In soli 45 secondi, il regista del Salto dal trampolino, disciplina che 
	completa le gare di fondo dello Sci nordico, deve offrire la presentazione 
	dell’atleta, il lancio nella fase di rincorsa e quella di distacco dopo 
	l’uscita dal dente, il volo e l’atterraggio, il risultato e la reazione 
	dell’atleta e del pubblico. 
	Con sole tre o quattro camere (peraltro di 
	difficile posizionamento in molti impianti sportivi) si realizza l’alfabeto 
	del trampolino. Una prima telecamera per il primo piano dell’atleta; la 
	seconda per la fase di rincorsa; la terza per l’uscita dal dente e il volo e 
	l’ultima per le reazioni. La terza camera è quella fondamentale. Si colloca 
	lateralmente, a metà strada tra il dente e l’atterraggio, e si vuole 
	privilegiare la fase del volo; oppure è ortogonale alla zona di atterraggio. 
	Una quinta telecamera sullo stesso fronte potrebbe specificare, in replay e 
	in campo stretto, le fasi determinanti del volo: quei dieci o quindici metri 
	dall’uscita dal dente in cui è ancora indecisa la portata del lancio, quindi 
	l’assetto dell’atleta rispetto agli sci e il suo stile di volo. Altre 
	telecamere potranno arricchire la performance e il contesto in cui avviene: 
	quelle suggestive che vedono il volo frontalmente e dal basso, i giudici di 
	gara, il primo piano dell’allenatore, il riscaldamento del campione, la 
	sciolinatura degli sci, le reazioni degli avversari… se non si dovesse fare i 
	conti con quei 45 secondi!
 
  
  ATLETICA
          L’ATLETICA è il tipico evento multidisciplinare: corse e concorsi si svolgono 
            contemporaneamente in campo, (marce e maratone, che si svolgono all’esterno, 
            partono e arrivano nello stadio).
			Il 
            sistema di ripresa è ovviamente quello ad estrapolazione; l’impianto 
            prevede di solito più regie-concorsi che confluiscono nella regia-corse 
            (impianto a regia centrale); oppure, nelle grandi manifestazioni di 
            più giorni, le regie concorsi e la regia corse fanno capo ad una 
            regia di coordinamento (impianto a regia finale).
			La 
            ripresa dell’atletica e’ in assoluto una delle più semplici per la 
            ripetitività del gesto atletico e delle più complesse per la 
			contemporaneità 
            di più eventi in campo.
			L’alfabeto 
            elementare di ripresa  prevede 
            tre momenti: la presentazione dell’atleta, il gesto atletico, il risultato. 
            Regola fondamentale (ratificata nei Mondiali di Helsinki del 1983) 
            e’ che il gesto atletico venga ripreso in piano sequenza dal migliore 
            punto di osservazione e  senza 
            stacchi di camera.
			Quale 
            è il “migliore punto di osservazione”? Per le corse, ovviamente, 
            la linea del traguardo. I concorsi debbono invece essere attentamente 
            studiati: una buona norma e’ quella che identifica il miglior punto 
            di vista con quello dell’allenatore. La norma  
            è fondata: l’allenatore guarda l’atleta dal punto di vista 
            tecnico, come esattamente deve fare la telecamera. L’allenatore non puo’ pero’ alzarsi con il saltatore con l’asta: la telecamera si!
			L’arricchimento 
            della ripresa con altre camere può avvenire prima e dopo del gesto 
            atletico (presentazione e reazione dell’atleta), nella contestualizzazione 
            della performance (rapporti con il pubblico, i compagni, gli avversari), 
            nonché nella più ricca ed intelligente analisi con i rallenty, compatibilmente 
            con il tempo a disposizione.
			E’ essenziale l’apporto grafico e cronometrico 
            (molte volte la gara è contro il tempo e la misura), che può essere 
            variamente arricchito (comparazione delle traiettorie, atleta virtuale 
            ecc.).
			Ribadito 
            quindi che la ripresa è semplice perché il gesto atletico e’ ripetitivo, 
            con altrettanta chiarezza bisognerà riaffermare che il coordinamento 
            di messa in onda tra le varie discipline, data la loro 
			contemporaneità, 
            è molto complicato se non e’ stato attentamente organizzato con  un efficiente sistema di informazione e un 
            buon lavoro di equipe. Bisognerà che qualcuno tenga sotto controllo 
            le schermate degli avvicendamenti in pedana e i risultati di tutti 
            gli atleti, stabilendo con buon anticipo le priorità di messa in 
            onda , di registrazione e di riproposizione in replay, nonché le 
            presentazione e le classifiche finali di tutte le discipline.
          Convenzioni 
            internazionalmente accettate aiutano questo processo. Le corse fanno 
            da 
            filo conduttore della ripresa: le corse brevi (fino ai 1500 m.) vanno 
            in onda in 
            diretta e senza interruzioni (ma un 3000 siepi in cui si giochi un 
            titolo mondiale 
            merita la continuità!). Di solito, ma non sempre, durante le corse brevi, 
            i concorsi si fermano; ma nessuno può garantire che non riprendano 
            con risultati 
            durante la riproposizione dei replay.
          L'organizzazione 
            interna della regia procede di conseguenza a queste premesse.
	Con 
            regia centrale, ai segnali delle corse si aggiungeranno i segnali 
            di uscita mixer delle 
            regie dei singoli concorsi già provvisti di grafica. Si potrà decidere 
            se il 
            concorso non mandato in diretta debba essere registrato e rimandato 
            dalle singole regie 
            concorsi (e in questo caso, oltre ai replay dovranno avere un doppio 
            sistema di registrazione), 
            oppure se gli apparati di registrazione dipendono direttamente dalla 
            regia 
            centrale.
          Importantissimo 
            rimane il sistema di comunicazione. Se ne descrive uno complesso (e 
            datato) in Atletica Roma '87 (cfr.) Per manifestazioni di uno o due 
            giorni, oggi può 
            essere molto esemplificato (cfr. 
			Golden Gala), anche 
			perché tutto 
            l'apporto di consulenza tecnica è 
            a sua volta esemplificato dall'uso delle videate informatiche.
			
 
	GINNASTICA
  Come l'atletica, la GINNASTICA è 
    il tipico sport multidisciplinare e si copre con il sistema ad estrapolazione.
	Si danno tuttora, nelle manifestazioni 
    di ginnastica, due casi: esercizi ed atleti in sequenza gli uni agli altri 
    (e in questo caso si tratta di concordare i tempi di attesa del risultato 
    prima di passare all'esercizio successivo) o esercizi in contemporanea su 
    più pedane (bisognerà allora appoggiarsi ad un buon consulente 
    ed impostare un impianto di registrazione per i ripescaggi).
	La copertura minima reclama almeno una 
    telecamera per pedana, posizionata in modo tale da offrire la presentazione 
    dell'atleta e la sua performance, con particolare attenzione all'uscita dall'attrezzo.
	Vale, nel caso di questa unica camera, 
    la regola che la sua posizione coincida con quella dalla quale l'allenatore 
    o il tecnico segue l'esercizio dell'atleta.
	
 
  SCI NORDICO
  Lo SCI NORDICO si svolge con gare 
    in linea e gare individuali. Le prime, con partenze in gruppo o ad handicap, 
    sono coperte da camere in sequenza, dalla partenza all'arrivo. Le seconde, 
    con partenze individuali a scadenza di 30", vengono coperte con postazioni 
    cronometriche e di telecamere in alcuni punti della pista.
	Per esempio: una gara di 10 Km (che si 
    svolge percorrendo due volte un anello di 5Km) può prevedere: partenza, 
    postazione a 1.2Km, postazione a 3.8Km, (eventuale passaggio ai 5Km), postazione 
    ai 6.2Km (5+1.2Km), postazione agli 8.8Km (5+3.8Km) e arrivo ai 10 Km.
	Ciascuna di queste postazioni è 
    coperta da alcune camere in sequenza. Per cui, sulla base dei tempi di passaggio 
    (cfr. Sistema di preavviso) il regista alternerà partenze, passaggi 
    alle postazioni e arrivi, secondo il tipico sistema di ripresa ad estrapolazione 
    (avendo come subordinato quello sequenziale durante il passaggio ad ogni postazione).
	
 
  CICLISMO A 
	CRONOMETRO
  Pure alternando riprese in movimento e 
    riprese da telecamere fisse in sequenza, la copertura della gara di CICLISMO 
    A CRONOMETRO va ascritta al sistema di ripresa ad estrapolazione.
	I concorrenti partono ad intervalli regolari 
    (30 o 60 secondi, di solito) e in ordine inverso a quello di classifica. E' 
    del tutto normale che la ripresa enfatizzi soprattutto le prestazioni del 
    primo e quelle dei suoi diretti concorrenti. 
	La copertura prevede camere in sequenza 
    posizionate in partenza , arrivo e postazioni intermedie.
	Il regista proporrà l'una o l'altra 
    postazione a terra, alternandola con le riprese da moto o da elicottero, privilegiando 
    man mano gli atleti migliori.