PUNTO DI RICERCA
Tempo e spazio


Poiché i temi di TEMPO e SPAZIO saranno fondamentali per la comprensione delle modalità operative della regia televisiva, questo capitolo - in elaborazione - è svolto in forma di appunti.

 

La  copertura televisiva dell’evento sportivo si imposta sui due parametri dello spazio e del tempo.
Ogni copertura può essere rivista in termini di spazio (inquadratura) e tempo (durata dell’inquadratura)

Approfondiamo i due parametri di tempo e spazio.

Mentre la differenza tra tempo reale e tempo cinematografico e’ un capitolo di teoria del cinema, nella diretta televisiva tempo reale e tempo televisivo dovrebbero coincidere. Ciò nonostante, nell’esplorazione del programma televisivo, capita spesso di imbattersi in molte manipolazioni del tempo reale.
Il caso più noto è quello del replay, che è una rottura del tempo reale; così come il replay-rallentato, che è una doppia manipolazione del tempo reale. Entrambi fanno ormai parte della convenzione televisiva.
Il  programma in diretta può essere integrato da registrazioni, che possono essere immesse nella diretta in modo palese e anche non palese.
E’ nell’esperienza comune il ritardo della cronaca rispetto alle immagini della partita che arriva dall’estero: queste viaggiano via satellite, mentre la cronaca viaggia su linea terrestre ISDN che è più veloce.

Ci sono altre curiose manipolazioni del tempo reale - di cui abbiamo già parlato - nel ciclismo e nella discesa libera di sci alpino.
Il “sistema di ritardo” che ho richiesto per i segnali mobili del Giro d’Italia 1999, è una manipolazione del “tempo reale=tempo televisivo”, una piccola traslazione temporale del segnale video. Peraltro nessuno sembra rendersi conto della utilità del ritardo del segnale televisivo: la differita di un solo minuto di partite di calcio contemporanee che vengono trasmesse saltando da un campo all'altro (le attuali Coppe e il Campionato), consentirebbe di non perdere nessuna azione da gol; la differita di qualche minuto per la messa in onda dei break  pubblicitari, consentirebbe di non perdere qualche fase importante dell’evento (le premiazioni o gli inni a fine gara in F1 per es.)

 

Ancora più curiosa è la manipolazione del tempo che la regia opera nella discesa libera di sci in molte piste alpine (cfr.) Per ridurre il tempo reale della discesa della Val Gardena da circa 2’15” (compreso il cancelletto e lo schuss finale) a 1’45” o 1’30” (intervallo di partenza degli atleti), il regista fa la registrazione della fase iniziale di gara, la manda in onda e rientra sulla diretta quando l’atleta è a metà discesa. L’operazione realizza una sorta di riduzione televisiva della lunghezza della pista, ottenuta con una traslazione temporale della partenza. Il  risultato è la  continuità dell’azione dell’atleta; un racconto con partenza e conclusione che non sarebbe altrimenti possibile.

 

Oggi, le possibilità di lavorare sull'asse temporale sono state enormemente ampliate dalle attuali tecnologie di registrazione su hard disk gestiti da pannelli remoti.
Normalmente, queste apparecchiature vengono riportate sotto il termine di videodisco.
I laboriosi calcoli e le faticose procedure per mettere in onda una cassetta, registrarne un'altra, riposizionarla e agganciarla alla precedente mentre la terza cassetta è già in registrazione... tutte queste elaborate e pericolose procedure sono state archiviate dal videodisco.
La sua gestione permette il controllo di segnali audio-video avendo come caratteristica fondamentale la separazione della fase di registrazione da quella della riproduzione. Nella sua applicazione più semplice, questo significa che - dato 0' l'inizio della registrazione - al suo 10° o 20° minuto, io posso mandare in onda il 1° o il 5° o ciò che voglio, continuando a registrare.
E' l'applicazione, con tempi dilatati, di quel "sistema di ritardo" di cui abbiamo parlato per il Giro d'Italia 1999: una dilazione temporale di 1 secondo o di mezz'ora, come le necessità di messa in onda richiedono.
Apparecchiature come l'EVS, la BLT o la TEKTRONIK consentono questo e molto di più. Consentono l'instant replay, il montaggio in real time, il "rallenty in diretta", la manipolazione delle immagini con lo split o lo zoom evidence: enormi possibilità creative da ascrivere sotto la manipolazione del parametro tempo della diretta televisiva. Alcuni esempi.
Il classico rallenty, per esempio del "passaggio, gol, reazione del giocatore", che la tradizione ci consegnava da una sola telecamera, può essere visto in una unica sequenza da tre telecamere diverse e con inquadrature più congruenti alla situazione: il totale per il passaggio, il campo medio per il gol, il primo piano per la reazione del giocatore (o del portiere o della panchina o del pubblico). E' un montaggio in real time che utilizza tre dei sei canali a disposizione della macchina, destinando al quarto la messa in onda. Ne avanza un quinto e un sesto, con cui sono possibili altre operazioni. Queste operazioni non erano impedite alla "tecnologia" della videocassetta, ma sarebbero state enormemente più laboriose: la videocassetta consente un accesso solo sequenziale (per andare dal minuto uno al minuto dieci, devo superare - anche se velocemente - tutti i minuti dall' uno al dieci); l'hard disk consente l'accesso casuale (random). C'è la stessa differenza che passa tra la ricerca di un brano musicale sulla cassetta o sul CD.

Un'altra operazione facilitata da queste apparecchiature è quella del montaggio in real time con cui si mettono da parte (si archiviano) i top moment della partita, i cosiddetti hight lights: una teca calda da utilizzare immediatamente dopo il fischio finale o da consegnare man mano ad una linea di soli replay che contiene le migliori azioni riviste da più telecamere.
Si tenga conto che - utilizzando dei computer - questa teca può essere suddivisa per tipologia di azioni (falli, passaggi, gol, ammonizioni...) o di soggetti (tutte le azioni di quel giocatore...). Addirittura, questa identificazione - in fase di acquisizione e in fase di utilizzazione - può essere di tipo vocale: l'operatore offre al computer una serie di parole chiave con le quali identifica azioni e protagonisti e viene riconosciuto.

 

Ma siamo già ad una fase di post partita. Questa, come abbiamo visto, può essere interrotta e replicata e differita: ma può essere anche manipolata a fini spettacolari.
Il rallenty della diretta o la diretta rallentata non è una contraddizione di termini: è possibile, in diretta, rallentare la schiacciata a canestro, il tiro di rigore, l'arrivo dei cento metri. Quando si rientrerà sul tempo reale, il pivot sarà già a metà campo, il rigorista sotto la curva e il centometrista con i fiori in mano: ma, se nel frattempo fosse successo qualcosa, il videodisco l'avrebbe registrata.

 

Conclusione: l’assioma tempo televisivo= tempo reale è tutt’altro che un imperativo.

Il regista televisivo usa il tempo dell’evento – la sua durata – come parametro per il tempo della trasmissione. Egli sa che fino a quando dura l’evento, dovra’ mandare immagini ( ecco dunque il primo rapporto tra tempo e inquadrature).
Oltre che alla durata, egli e’ vincolato alla successione temporale dell’evento, nel senso che e’ costretto ad attenersi alla successione dei fatti, salvo abbandonare la diretta e passare alla ricostruzione dell’avvenimento.

 

 

Qualche annotazione sul parametro spazio.

La diretta televisiva si imposta sui parametri di spazio e tempo perché si occupa di mettere in immagini il “visibile” dell’evento. Voglio dire che, come regista televisivo, io mi occupo dell’evento come fenomeno visibile e svolgentesi nello spazio fisico e nel tempo reale; mi occupo di ciò che si vede, di ciò che appare, non di ciò che è. Per usare dei paroloni, dirò che non mi occupo dell’ontologia dell’evento ma della sua fenomenologia,  guidato dai significati che ne scaturiscono.

Per riassumere: la diretta televisiva, nella sua significazione minima, è la traduzione spazio-temporale dell’evento guidata dai suoi significati.

 

Questa premessa è necessaria per occuparsi dell’altro parametro, lo spazio, che è meno semplice da definire.

Nella televisione di qualche decennio fa, sarebbe stato normale ridurre il concetto di spazio a quello di inquadratura, intesa come sua traduzione linguistica.
Oggi, anche se la semiotica della ripresa televisiva non può prescindere da termini quali "totale, campo stretto, dettaglio, panoramica e zoom" dei quali facciamo costantemente uso, ritengo che il concetto di spazio televisivo debba essere affrontato anche con ipotesi diverse come, per esempio, quella dello spazio virtuale.

Però, cominciamo dallo spazio tradizionale, quello reale: il sito nel quale si svolge l'evento televisivo.
Questo spazio reale è interpretato dallo spazio televisivo costituito dalle inquadrature.
L’inquadratura può essere vista come una porzione dello spazio reale. Non a caso parliamo di totale, campo stretto, primo piano e dettaglio relativamente allo spazio dell’evento ritagliato dall’inquadratura.
Ognuna di queste inquadrature, frutto della posizione delle telecamere e della scelta delle ottiche, risponde a dei significati. La successione delle inquadrature nella sequenza e’ il racconto televisivo dell’evento.
In una partita di calcio userò il totale per far vedere il gioco collettivo, il campo stretto in occasione del tackle o del dribbling, il primo piano per mostrare le reazioni del giocatore ad azione conclusa. Se voglio dunque fare una partita che contenga questi parametri, dovrò posizionare tre camere che mi consentano di vedere il gioco collettivo, il gioco individuale e le reazioni al gioco: e’ il mio alfabeto. Dovrò immaginare e verificare che queste tre inquadrature possano coniugarsi una all’altra in sequenza: è la mia grammatica; in modo da raccontare l’evento partita

Individuare inquadrature coniugabili una all'altra per raccontare lo svolgersi dell'evento nel tempo: questa è - nella sua significazione minima - la regia in diretta dell'avvenimento sportivo (cfr. La regia, come si fa...).

 

Il posizionamento delle telecamere, per ottenere quelle inquadrature-coniugabili tra loro, può essere riportata a dei sistemi generali di ripresa? (Cfr. Saggi - Lo sport in diretta.)

… segue …

 
 

Giancarlo TOMASSETTI

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