PUNTO DI RICERCA
Ancora su SPAZIO e TEMPO

APPUNTI SUL RAPPORTO TRA SPAZIO E TEMPO

Ripeto alcuni concetti.

Si dà spesso il caso, per esempio nella ripresa della discesa libera di sci, che l’intervallo tra una partenza dell’atleta e l’altra (metti 1’) sia inferiore al tempo di percorrenza della pista (metti 2’).

In questo caso, nella realtà, quando il primo atleta taglia il traguardo, il secondo è già a metà percorso e il terzo sta partendo. Se non si desse un ordine alla ripresa, il regista potrebbe cogliere l’atleta che taglia il traguardo, andare sull’atleta a metà pista o passare al cancelletto di partenza, senza dar conto della discesa di nessuno: una gran confusione!
Invece, per mettere ordine nel caos narrativo e impostare un credibile racconto della gara, di solito si riprende in diretta l’intera discesa del primo; quando questi è a metà pista, si inizia la registrazione della partenza del secondo; arrivato il primo al traguardo, invece di cogliere il secondo in diretta a metà pista, si manda in onda la registrazione della sua partenza e – valutando il momento più opportuno – si passa alla diretta della sua ultima fase di gara. Nel frattempo sarà partita la registrazione della partenza del terzo e la si manderà in onda dopo l’arrivo del secondo. E così via per la registrazione del quarto mentre è in gara il terzo, ecc. ecc.
Infine, la sequenza di ripresa risulterà essere così costruita: intera diretta per il primo, replay della partenza del secondo, diretta della parte finale del secondo, replay della partenza del terzo, diretta della parte finale del terzo ecc. ecc.
Che operazione ha fatto il regista?
Per uscire dal caos e dare credibilità al racconto, il regista ha ricostruito l’unità spazio-temporale fittizia, operando (spazio)un taglio del percorso e (tempo) una posposizione temporale. Inoltre, lo spazio reale della partenza registrata è stato privato del suo tempo reale (è riproposto in differita). Ciò nonostante (anzi: proprio in virtù di questa operazione!) l’impressione dello spettatore è quello dell’unicum spazio-temporale.

 

 

Non diversamente avviene nel Meeting di Atletica, dove  lo spettatore allo stadio vede corse e concorsi che si svolgono contemporaneamente sulla pista e in pedana, concentrando la sua attenzione sull’una o sull’altra performance.
Per il telespettatore, il regista costruirà un racconto diverso. Non potendo mandare in onda contemporaneamente più gare, preferirà la diretta le corse e proporrà in registrazione quanto di rilevante è successo nel frattempo. Non esclude i concorsi in diretta ma, in caso di contemporaneità, dovrà sceglierne uno e registrare gli altri per riproporli successivamente. Il telespettatore riceverà ordinatamente in fila quanto invece è casualmente contemporaneo. (la contemporaneità casuale)
Si tratta dunque della ricostruzione virtuale dell’unicum temporale, sugli spazi reali del campo. Se lo spazio continua ad essere quello reale del campo, il tempo non potrà più esserlo e la diretta non sarà più tale.

 

 

Il contrario accade nel caso del cosiddetto “picture in picture” (immagine su immagine) di cui esistono varie versioni.
La più semplice è quella di due soggetti che interloquiscono tra loro (o con il conduttore in studio) e vengono collocati in due finestre della stessa inquadratura.
Si tratta di una ricostruzione virtuale dello spazio, effettuata sullo stesso asse temporale.
Potremmo complicare la situazione con altre variabili: per esempio il caso in cui un testimone (prima finestra) sta parlando in diretta di un fatto di cui abbiamo le immagini registrate (seconda finestra) o immagini in diretta (prima finestra) su dichiarazioni registrate (seconda finestra).

L’ambito in cui ci si muove è duplice:

  • l’unità spaziale di avvenimenti accaduti in tempi diversi
  • l’unità temporale di avvenimenti che si svolgono in spazi diversi
Giancarlo TOMASSETTI

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