CHAMPIONS LEAGUE

FILOSOFIA DI RIPRESA


Sono stato invitato in sede di breafing per i telecronisti a esplicitare i modi di ripresa della partita (filosofia di ripresa).

Noi ci riconosciamo in uno standard europeo di ripresa della partita che privilegi la visione  ininterrotta dell’azione di gioco collettivo (totale di gioco), in particolar modo nella fase di impostazione dell’azione (giocatore che porta palla = totale di gioco).

Usiamo il campo stretto dall’alto (close up) o dal basso (personality camera) solo in previsione del tackle, del dribbling o del passaggio corto; ma non sul giocatore che porta palla, per non oscurare il posizionamento della squadra in campo.

Il primissimo piano dei protagonisti dell’azione va dato a gioco fermo, quantunque  siano accettati i quattro secondi di PPP su azione ininfluente.

I replay vengono chiamati in conclusione di azione, a gioco fermo o nell’intervallo di azione e vanno scelti con criterio di congruenza; per es.: totale per il passaggio smarcante o tiro teso,  campo stretto per il contrasto o il dribbling, particolare per il fallo, totale dai 16 metri per il fuori gioco. Il numero dei replay va contenuto per non andare a detrimento dell’azione in diretta, con particolare cura – p.es. dopo il gol – a non coprire la ripresa del gioco con palla al centro e risultato. I replay  di azioni topiche possono essere ripetuti, quando possibile. E’ concesso il replay delle reazioni della panchina o dell’allenatore purché non decontestualizzato dalla situazione a cui fa riferimento.

Panchine e pubblico fanno parte dell’evento sportivo, ma non interrompono l’azione di gioco. Nel rispetto del dovere di cronaca, non si insisterà su situazioni ed azioni antisportive o offensive.
 

Giancarlo TOMASSETTI

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